venerdì 7 dicembre 2012

I PRIMI VENT'ANNI DI UN BACIO

Il 5 dicembre 1992 una ragazzina di 14 anni con l'apparecchio ai denti, perennemente in ritardo, correva trafelata verso scuola. All'ingresso del liceo, come tutti i giorni, trovava ad aspettarla la sua vicina di banco che però quel giorno non era sola, ma in compagnia del suo ragazzo e di un amico. La ragazzina con l'apparecchio rimaneva folgorata da quest'ultimo: jeans, maglione bianco e giubbotto di pelle, alto e due occhi dal taglio un po' orientale. Un figo pazzesco. Mentre la vicina di banco e il suo ragazzo limonavano duro, la ragazzina con l'apparecchio e occhi belli non aprivano bocca. Lei teneva lo sguardo timido leggermente verso il basso sentendo le guance infuocarsi ad ogni occhiata del ragazzo. Driiiin, campanella. Ciao, ci si vede.
Nell'atrio della scuola la ragazzina con l'apparecchio assaliva la vicina di banco:
- Dove lo tenevi nascosto que figo??!! Quanti anni ha?
- 17
- 17??!!! Ma è GRANDISSIMO!Ohhhhhh IO QUELLO ME LO SPOSO (sia messo agli atti che la frase fu proprio questa).
- Lascialo perdere!
- Perché?!!!!
- Perché è uno stronzo.
Vabbè, ciao. Amen. E invece no, perché la ragazzina con l'apparecchio aveva la testa dura e la domenica pomeriggio, inventando un sacco di palle ai genitori, andava nella discoteca tanto in voga tra i liceali del momento, sicura di trovarlo. E infatti lui era là, con la sua aria da duro alla Dylan Mckay che guardava verso la pista. La ragazzina si avvicinava con un timido:
- Ciao, ti ricordi di me?
- Sì, sei l'amica di F. Ciao!
(sorrisi)
(sguardi)
- Vabbè ciao io devo scappare
Avrebbe voluto aggiungere "che mia madre pensa che sono andata a fare un giro al supermercato con la mia amica e i suoi genitori e non si immagina nemmeno che ho preso il pullman e sono qua perché sto seguendo un ragazzo". Ma era meglio non scoprire subito le carte, ovvero due genitori rompicoglioni e il colpo di fulmine.
Il 7 dicembre 1992 era una data storica per gli adolescenti della città: la mitica festa annuale del liceo classico con tanto di elezione di miss e mister liceo e tanti altri bla bla bla che alla ragazzina con l'apparecchio non interessavano per niente. L'unica cosa importante per lei era che, per la prima volta, i suoi la facevano partecipare ad una festa in discoteca di sera (ovviamente con il papà che andava a prenderla alle 23.30)! La vicina di banco non era stata tanto fortunata e le aveva chiesto di tenerle d'occhio il suo ragazzo. Con molto piacere vista la compagnia che sicuramente si sarebbe portato dietro... E così, con la scusa che:
- Ciao A, purtroppo F non è potuta venire ma mi ha detto che saresti stato tanto gentile da non lasciarmi sola.
- Certo, stai tranquilla e se qualcuno viene a romperti le palle dimmelo che ci pensiamo io e L! Anzi ti ricordi di L?
- Ah sì, quello che ho conosciuto davanti a scuola...
(Il fare la vaga è un'arte)

A metà serata A andava dalla ragazzina con l'apparecchio ad indagare se L avrebbe mai avuto una speranza con lei. Dopo una serie di equivoci, sulle note di "please don't go" (hit del momento), la ragazzina con l'apparecchio e il ragazzo con gli occhi belli limonavano in centro pista.

Dopo 20 anni, 1000 vaffanculo, crisi, pause di riflessione durate anche anni, un matrimonio, una separazione e una figlia, noi stasera andiamo a festeggiare il compleanno del nostro primo bacio!

La ragazzina non ha più l'apparecchio ai denti ma il ragazzo ha sempre gli occhi bellissimi.

giovedì 6 dicembre 2012

100% AFFIDABILE


Proprio nel periodo in cui vivo in preda al casino e il mio blog viene aggiornato nei momenti più improbabili (non fatemi entrare nei dettagli...), ecco che mi arriva un messaggio che dice più o meno così: "lascia stare il nervoso e vieni a prenderti il premio di blog affidabile".  Il messaggio mi arriva da style 2808 che ringrazio sia per il riconoscimento sia perché proprio grazie al suo gesto ho conosciuto altre blogger.
Questo blog è stato pensato tante volte in diversi periodi della mia vita, ma per molto tempo è rimasto solo un'idea nella mia testa. Rimandavo trovando scuse stupide come quella del non riuscire a scegliere il titolo giusto. La scrittura è sempre stata una grande passione, ma in fondo già scrivevo per lavoro e nel tempo libero facevo parte di un gruppo di scrittura creativa, quindi che bisogno c'era di aprire un blog? Il bisogno è arrivato quando sono diventata mamma, o meglio, quasi un anno dopo (perché me la prendo sempre con comodo). La mia gravidanza è stata cercata per anni ed è arrivata nel momento più improbabile, cambiando molte cose e riassegnando le priorità. Ho dimezzato le uscite, detto addio alla vita notturna e mi sono un po' persa di vista con quelle amiche che non riuscivano a capire che non ce la facevo proprio, che non era un tradimento nei loro confronti, ma che crollavo dal sonno e nei momenti di veglia il mio stomaco non reggeva neanche un bicchier d'acqua. In alcuni momenti mi sono sentita sola e l'arrivo di una bambina impegnativa come Matilde mi ha messo a dura prova. Così ho deciso di farmi "salvare" ancora una volta dalla passione per la scrittura. E, partendo da questo piccolo spazio, ho conosciuto tante storie di persone che hanno vissuto le mie stesse esperienze e con le quali è piacevole confrontarsi o semplicemente condividere dubbi, gioie e incazzature.

A mia volta voglio conferire il premio a 5 dei blog che seguo e che per motivi differenti mi appassionano.

Dichiaro che i blog seguenti da me scelti rispettano le 5 regole del Premio "Il Blog Affidabile" disponibili a questa pagina http://www.gliaffidabili.it/a/altro/il-premio-il-blog-affidabile. Sono pertanto una risorsa utile per gli utenti della Rete e meritevoli di essere riconosciuti da un pubblico più ampio come gli artigiani, le aziende e i professionisti iscritti su http://www.gliaffidabili.it/

Amiche blogger sto parlando di voi:

The yummy mom
La fabuleux destin de Fofà
La solita mamma
Verde Acqua
Mamma studia

sabato 1 dicembre 2012

UNA "SIMPATICA" CENA DAI NONNI

Di solito si pensa che l'arrivo di un figlio sconvolga il rapporto di coppia, ma in realtà quello tra mamma e papà non è l'unico ad essere a rischio in famiglia. Ad esempio il rapporto tra i genitori e i nonni. Adesso non è perché sono incazzata nera con i miei che scrivo questo post, cioè non solo. Diciamo che la cena di stasera mi ha fatto riflettere sull'equilibrio di tutti i rapporti dopo la nascita di un bambino. Io ho la fortuna di avere una mamma giovane, che mi ha avuta a soli 18 anni, con la quale faccio shopping, vacanze e grandi risate. Talmente giovane che alcuni ci prendono in giro dicendo che di testa la mamma sono io (e non sanno quanto è stata vera questa affermazione nella mia vita). Ci siamo divertite tanto insieme e ho sempre amato quel suo essere riservata e mai impicciona nei miei confronti, quel suo fungere da intermediario nel rapporto burrascoso tra me e mio padre, quel suo essere rispettosa dei miei pensieri da sembrare quasi disinteressata a volte. Poi ciao, s'è trasformata. Che le è successo? Semplicemente è diventata nonna. E allora è un continuo controllare. Controllare che la bambina sia vestita bene, con i giusti abbinamenti di colori,  che il culetto non sia rosso, che non abbia febbre/mal d'orecchie/acidità di stomaco, che i suoi vestiti siano puliti ecc. Un giorno mi ha detto: "Portami la roba da lavare della Patonza che io ho la lavatrice migliore, il detersivo delicato, lo sfeltrente, una pozione magica, il Sacro Graal e ti alleggerisco un po' il lavoro". Io l'ho fatto e ho sbagliato, non solo per il bucato ma per tutte le volte che le ho chiesto una mano. Ho sbagliato perché dal momento in cui accetti di farti aiutare, accetti anche che ci mettano il naso, pur se motivati da tutto l'amore del mondo. Se mia madre ha manie di controllo, mio padre è anche peggio. Apprensivo era con me, ossessivo è con mia figlia. 

-Togliglielo quel gioco che se lo mette in bocca è pericoloso.
-Ehm veramente è apposta per i denti...
-Sì vabbè, ma tu togliglielo

Per non parlare del fatto che a Patonza tutto è permesso. Se io avessi fatto anche solo la metà delle cose che combina lei, avrei ricevuto dei culi a non finire.

-Patonza, no! Ti ho detto che non si tirano schiaffi al nonno!
-Eh vabbè ma è piccolina... Non lo fa apposta... Non capisce....

No, è vero. Non capisce perché con lui può farlo e con gli altri no, infatti certe pizze le tira solo al nonno.
Stasera stavamo mangiando mentre Patonza giocava nel box. Lei non ci sta più di 10 minuti ormai, a volte protesta un po' ma poi si rimette a giocare. Per concedermi di sedere a tavola e mangiare velocemente, andiamo avanti così, di 5 minuti in 5 minuti, fino ad arrivare al suo livello massimo di sopportazione che esplode con urla e lancio di giocattoli. Siamo nella fase in cui è preferibile non lasciarla a scorrazzare completamente sola per casa o almeno non in una casa come quella dei miei che non è esattamente sicura per un bambino. 
Faccio per addentare il primo boccone quando entra in cucina mio padre:

-Ehm la bambina sta piangendo 
-Veramente ha solo urlato una volta. Ora mangio e se continua vado
-Ma come, prima mangi?

Mi sarebbe venuta voglia di dirgli "Sì, mangio perché è l'unica occasione che ho per sedermi a tavola, sono in piedi con due yogurt ed è tutto il giorno che le corro dietro. Se proprio vuoi sapere perché piange, vai tu di là ma se ti vede poi te la prendi tu e aspetti che io finisca di mangiare. Altrimenti stai qua, lei non ti vede e si rimette a giocare così mangiamo tutti quanti in pace!". Ovviamente per evitare discussioni sono stata zitta.
Dopo 10 minuti Patonza urla di nuovo.

-Ehm la bambina sta piangendo
-Sì, ho quasi finito. Comunque anche se piange un attimo senza che qualcuno corra subito non succede niente. 

Non. l'avessi. mai. detto.
Scambio di sguardi fugace tra mio padre e mia madre. Sguardo di disapprovazione di mia madre. Mio padre scuotendo la testa dice:

-Noi non siamo d'accordo con il tuo metodo educativo. Bla bla bla bla bla 

Sinceramente dopo la frase di esordio non ho più ascoltato nulla e la mia faccia si è trasformata in un gigantesco WTF?!??!!!
Avrei voluto rispondergli che mi dispiaceva ma che il mio metodo educativo rimaneva quello e che loro erano pregati di smetterla di boicottarlo continuamente. Ho lasciato perdere perché su questo discorso abbiamo già speso troppe parole che si sono trasformate in discussioni. E poi perché in questi giorni mi accendo come un fiammifero.
I nonni sono una risorsa incredibile d'amore e il loro aiuto è prezioso. Io sono stata cresciuta per 26 anni da due nonni meravigliosi che sono stati il grande amore della mia vita e che mi mancano ogni giorno. Nessuno meglio di me può conoscere la forza del legame tra nonni e nipoti, ma vorrei solo che i miei genitori (o i miei suoceri) non mettessero in continua discussione il mio modo di essere madre. Io non sono perfetta, come non lo sono stati loro con me, ma voglio provare ad essere una buona madre e ci voglio provare a modo mio. I consigli sono ben accetti, per carità, ma la perenne disapprovazione, ecco, anche no!

martedì 27 novembre 2012

LATTE E BISCOTTI

Sto vivendo a latte e biscotti (quelli di mia figlia perché i miei non mi ricordo neanche di comperarli), faccio tutto male e di fretta, passo notti insonni e vedo scorrere le mie giornate velocemente senza concludere un granché. Sto trascurando il blog, scrivo poco e non quello che vorrei. Tutte le idee che mi vengono in mente, così come tutti i post che vorrei buttare giù, rimangono lì per poi sparire gradualmente come i sogni al risveglio, che all'inizio ti sembrano vividi e pulsanti e poi arrivi a sera e non li ricordi più. Lascio che quel momento, quello dell'ispirazione, passi in mezzo a mille altre cose. Rimando e poi non faccio. Vorrei cucinare, provare nuove ricette ma faccio la spesa e poi lascio scadere gli ingredienti. Il periodo è un po' così, ho un trasloco da organizzare, un lavoro impegnativo, una figlia da seguire e una casa da mandare avanti. Sono talmente stanca che non riesco nemmeno a provare tutto l'entusiasmo che dovrebbe esserci nel trasferirsi in una casa tanto bella, tanto desiderata e tanto pensata in ogni particolare da noi due. Ogni tanto posto una foto su instagram o un tweet, ma nulla più. Seguo però tante persone che ho conosciuto in questi mesi virtualmente e la maggior parte di esse sono donne e mamme splendide che riescono a lavorare, crescere i figli e avere un loro spazio curato e aggiornato in rete. Bonariamente un po' le invidio e mi domando come diavolo facciano. Io sono sempre stata pigra e disorganizzata ma questo mio blocco va ben oltre, è qualcosa di mentale (anche se parte da una stanchezza fisica). Sento parlare del Natale, di addobbi handmade, di liste di regali e menu. A me viene l'ansia. Perché io a Natale forse mangerò sopra qualche scatolone, ma soprattutto perché vorrei trasmettere l'atmosfera natalizia a mia figlia (che quest'anno capirà qualcosa in più rispetto all'anno scorso) ma sento che non ce la posso fare. Ci proverò eh, perché amo la magia di questo periodo, ma quest'anno lo spirito d'iniziativa mi manca parecchio, ecco.
Comunque anche se questo blog non è esattamente ciò che intendevo che fosse alla sua apertura, è una fessura attraverso la quale intravedo persone che mi piacciono. Spero che questa fessura possa mostrare spiragli di me un po' più sovente, magari seduta alla mia nuova scrivania, fatta a mano per me da mio marito (lui si che costruisce delle cose handmade stupende), accanto alla finestra dal vetro colorato della mia nuova sala.


martedì 20 novembre 2012

ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO

Vado a prendere Patonza al baby parking e una delle tate mi accoglie con gli occhi sbarrati
Tata: Sai, pensavo di farti pagare il doppio...
Io: ?!
Tata: No, scherzo ma è per dire che tua figlia è davvero impegnativa
Io: Eh lo so, nemmeno le nonne la vogliono tenere
Tata: Lei non piange, urla. Deve decidere tutto lei altrimenti si incazza. Stare qua tutto sommato non le dispiace, ma non lo ha deciso lei... quindi urla.
Io: Sì, fa lo stesso a casa quando qualcosa non le va bene. E io cerco di non cedere troppo o almeno non subito. Prima o poi i vicini di casa chiameranno gli assistenti sociali per quanto la sentono urlare.
Tata: Credimi, non stai facendo nulla di sbagliato. Sappi che hai tutto il mio sostegno morale. Anzi, non so come fai e te lo dice una che fa questo lavoro da 14 anni.
Io: ....
Tata: Comunque tua figlia è tanto bella e quando vuole è anche simpatica
Io: devo prenderla come una consolazione?
Tata: no vabbè, ma pensa fosse anche brutta (Risate)

Comunque al baby parking Patonza dorme anche 40 minuti ogni mattina (cosa impensabile a casa) e la tata impiega dai 5 ai 7 minuti per farla addormentare. Io la sera, non esagero, dalle 2 alle 3 ore. Mamma che stronza.

lunedì 12 novembre 2012

#10coseSuper...Profumate!

Ho la fortuna di fare un lavoro che mi permette di vivere facendo ciò che più mi piace: scrivere. Volevo però un posto in cui scrivere a ruota libera, senza troppe regole o argomenti imposti. Ecco quindi che ho aperto questo blog. Però stasera faccio un'eccezione perché l'idea di Quando nasce una mamma mi ha fatto riaffiorare dei ricordi che avevo buttato là da qualche parte tra le mille scartoffie della mia mente. Si parla di profumi, di odori, di quelli che a risentirli ti riportano indietro nel tempo ad attimi, persone o luoghi che ti sono rimasti dentro. Troverete tutte le informazioni dell'iniziativa in questo post.
Allora saliamo sulla mia personale macchina del tempo e visitiamo insieme le 10 fermate profumate che preferisco.

1. L'odore della neve che sta per arrivare. Non è facile da descrivere, si sente prima che cominci a scendere, quando il cielo è già rossastro e l'aria si fa densa. Sono nata e vivo in una città in cui nevica molto e quindi è un odore che è sempre costante nei miei inverni.

2. Il profumo delle caldarroste. Fanno autunno, ma più ancora ottobre quindi mio compleanno.

3. Il profumo delle penne colorate "Fiorella". Fragola, viola, mela, arancio, limone e la mia preferita... uva! Era bello scrivere e poi sfogliare velocemente i quaderni di scuola per sentire il mix di profumi.

4. L'arbe magique alla vaniglia della mia prima macchina. 

5. L'odore della colla della cianografica quando arriva in redazione e tu sei stanca e sono ore che lavori ma non vedi l'ora di vedere il tuo lavoro materializzarsi nelle tue mani. E il profumo delle pagine patinate del giornale quando arriva dalla tipografia e sai che tu ne fai parte.

6. L'odore della stufa a legna che mi riporta ai primi anni di matrimonio quando abitavamo in posto davvero freddo. Lo scoppiettio della legna e quell'odore (che però aveva l'inconveniente di attaccarsi ai vestiti) mi faceva automaticamente sentire a casa.

7. L'odore della salsedine misto al profumo della Nivea. Estate.

8. Il suo profumo. Quello di quando l'ho conosciuto e aveva 17 anni e io ero già innamorata pazza.

9. Il profumo degli abbracci di mia mamma che quando è dolce sa più di buono.

10. Il più scontato: il profumo della pelle di mia figlia che è qualcosa che sto ad annusare per ore.




domenica 11 novembre 2012

AL BABY PARKING CON PATONZA


E così alla fine abbiamo deciso di mandarla al baby parking. Dopo averla vista in azione con altri bimbi, ho capito che è stata anche troppo con gli adulti. Abbiamo scelto quello che ci è sembrato più vicino al nostro modo di educare, quello che, sì, dà importanza alla creatività e alla crescita della bambina ma che ci sostiene anche nell'insegnarle che ci sono delle regole e che vanno rispettate. Le amiche dicono che ho scelto il baby più stronzo, io dico che per una figlia stronza ci vuole un baby parking stronzo.
Abbiamo iniziato con l'inserimento che consiste in un'ora per due giorni in cui partecipo anche io e tre quarti d'ora il terzo giorno in cui la bambina sta da sola. Successivamente, tre volte a settimana qualche ora da sola, per poi aggiungere anche il pranzo.
La nostra Patonza mi ha stupito, la sua solita baldanza ha lasciato spazio alla timidezza. Il primo giorno si avvicinava agli altri bambini ma con dolcezza (si avete capito bene.. io non ci volevo credere!) poi una compagna le ha tirato uno spintone e lei è caduta. Un pianto disperato che manco una telenovela sudamericana, proprio lei che fa dei voli mozzafiato e non piange mai. Dopo la caduta si è attaccata alla mia gamba come una cozza allo scoglio e per staccarla ho dovuto corromperla con un biscotto. A metà mattina spuntino per tutti: cracker e succo di frutta. Eh sì, ma nel bicchiere con il beccuccio e lei invece è abituata solo al biberon. Le nazi tate mi hanno detto che tanto il biberon non glielo danno e che si abituerà presto a bere come tutti gli altri. In effetti dopo il primo tentativo disastroso, la seconda volta è andata meglio. Non solo, la novità sembra anche piacerle.
L'ultimo giorno io dovevo mettermi in un angolino e intervenire solo in caso di bisogno. Dopo qualche minuto Patonza si è accorta che non ero nel suo raggio di azione e via con il pianto. Ho pensato “Ah ma allora un po' mi vuoi”. Sì, forse in fondo ho gongolato nel vedere che mi cercava. Sono una brutta persona, lo so, ma è che non sono proprio abituata a vederla così attaccata a me, di solito è indipendente o comunque preferisce il papà o la nonna o il cane o il giornalaio o il primo sconosciuto che incontra.
Comunque ho capito che non sarà facile, che patirà il distacco ma poi penso ai bambini che ho visto giocare serenamente e so che farà bene anche a lei.  

domenica 4 novembre 2012

OGNI SCARRAFONE...

Oggi ero con le quattro cuginette di Patonza e le rispettive mamme. Osservavo e riflettevo sullo stereotipo di mamma italiana, quella che ogni scarrafone è bello a mamma sua, quella che nega l'evidenza, quella che ho sempre sostenuto di non essere. Io non ho mai nascosto i punti deboli del mio essere mamma e ho sempre parlato di mia figlia forse più sottolineando il suo essere impegnativa o altrimenti non avrei aperto questo blog. Patonza è una bambina sveglia, di quelle che non ti fanno prendere fiato e che hanno bisogno di nuovi stimoli. Sembra sapere quello che vuole e diventa aggressiva se non lo ottiene. Non è una bambina viziata ma è una bambina capricciosa, questo sì. Per darle da mangiare ci vorrebbero due persone e per cambiarle il pannolino anche tre. Ma Patonza sorride sempre a tutti, fa ciao ciao con la manina per corromperti,  balla come se non ci fosse un domani, ti riempie la faccia di baci e molto altro. Solo che io queste cose non le ripeto come un disco incantato e non le uso come metro di comparazione con le altre bimbe, o meglio, mamme. Ma forse sbaglio. Cioè, sbaglio a dar maggior peso alle cose negative che a quelle positive della maternità perché, alla fine, vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto è frustrante. Poi vedere quello degli altri mezzo pieno lo è ancora di più. Dopo la mia osservazione mi domando se è più stereotipo di mamma italiana quella che ha la prole perfetta che mangia, dorme e non piange o se lo sono di più io che patisco il fatto che mia figlia non è la "prima della classe". Paturnie di mezzanotte.

venerdì 26 ottobre 2012

GIORNI DI FUOCO

Le ultime due settimane sono state di fuoco, soprattutto l'ultima. La Patonza ha deciso di iniziare a camminare da sola proprio nei giorni in cui ero immersa nei preparativi di un importante convegno di lavoro. Cercare di scrivere un discorso con una bambina unenne che appena ti giri va a bere nella ciotola del cane, non è proprio il massimo. Siccome mia mamma la tiene già parecchie ore, ho chiesto a mia suocera di darmi una mano in base ai suoi turni, ma zia Vera ha "deciso" di partorire proprio tre giorni fa e quindi ho perso anche la carta suocera. Voi direte vabbè, zia Vera non ha una mamma che possa accudirla all'ospedale? Sì, ma mia suocera è una che fa le cose uguali per tutti. Quindi se è stata con me in ospedale lo deve fare anche per l'altra nuora. Riuscendo a piazzare Patonza un po' di qua e un po' di là, ho cercato di portarmi avanti il più possibile con il lavoro per poi andare a trovare mia nipote la sera all'ospedale. La piccolina è l'ultima arrivata dopo altre 3 cuginette nel giro di 12 mesi, in pratica in famiglia siamo 4 neo mamme con 4 piccolette che hanno pochi mesi di differenza. Vi lascio immaginare i discorsi quando ci si incontra...
Comunque ora è mezzanotte e mezza e io, invece di rivedere il mio intervento al convegno di domani, sono qui che cazzeggio sul blog. E siccome a casa nostra non ci si fa mai mancare nulla, mio marito è al pronto soccorso con mia suocera che cadendo si è rotta un braccio. Prevedo altre settimane di fuoco. Aiuto.

martedì 23 ottobre 2012

GLI INSEGNAMENTI DI MAMMA CHE STRONZA (1^ PARTE)

Qualche giorno fa quiNorma Jane ha lanciato la domanda Cosa vorreste insegnare ai vostri figli? Io ho risposto l'ironia e, più precisamente, l'autoironia perché a prendersi troppo sul serio arrivano poi le batoste sul naso. Il suo post mi è servito da spunto. Premettendo che cercherò di insegnare a mia figlia l'educazione e i valori come il rispetto e l'onesta e bla bla bla, ho pensato che ci sono anche altre cose che vorrei che imparasse e che non appartengono al decalogo degli insegnamenti della mamma perfetta.
Siccome è un elenco in crescita, intitolerò questo post "1^ parte", ripromettendomi di aggiornarlo ogni volta che mi verrà in mente qualcosa. Vi dico già che nasce tutto dalla mia esperienza e quindi non sono regole oggettive ma soggettive. Sto scrivendo di getto quindi non farò una cronologia di insegnamenti dal più al meno importante ma semplicemente li scriverò per come mi vengono in mente:

- Diffida dai musicisti e/o sedicenti scrittori/artisti. Ti incantano dedicandoti un pezzo e tante belle parole ma poi non si impegnano perché sai, l'arte, la carriera, le fans, mia nonna in cariola ecc. Certo, alcune ci riescono e se li sposano pure, ma sono sempre le altre. Ecco, diciamo che se l'inculata da musicista è un fattore genetico, è meglio che lasci subito perdere perché credo proprio che l'essere groupie non faccia parte del nostro dna.

- Il trombamico non sarà MAI un fidanzato. Non sperarci, non cambierà mai. Ti descriverà come una specie di sorella a cui non potrebbe mai far del male e ti intorterà dicendo che è il modo migliore perché il vostro rapporto rimanga eterno e che vuole rimanere single. Sì, fino a quando si fidanzerà. Con un'altra. Quindi trombatelo ma non ti innamorare.

- Diffida da chi parla di se stesso in terza persona. Di solito ha un ego smisurato, senza contare che parlandoci ti sembrerà di leggere gli stati di facebook.

- Non leggere mai un libro di Moccia. Se vorrai qualcosa di adolescenziale, mamma ti presterà il suo Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Se vorrai qualcosa che ti faccia piangere, Wuthering Heights (che Heathcliff era un figo pazzesco!).

- Nelle serate alcoliche lascia in custodia il cellulare alle amiche fidate. Da ubriache si scrivono i messaggi più compromettenti.

- La fata Morgana non era una stronza, semmai era Ginevra ad essere una gatta morta. L'unica interpretazione valida è quella di Marion Zimmer Bradley, quindi leggi Le nebbie di Avalon.

- Quando sarai, triste, incazzata o indecisa, scrivi delle liste. Liste dei buoni e cattivi, liste dei pro e contro ecc. Ti aiuterà a far maggior chiarezza dentro di te. Chi scrive liste non si salverà dalla fine del mondo ma sarà sicuramente più organizzato.

- Se ti piacerà un ragazzo dovrai decidere se dargliela o non dargliela, prenditi pure il tuo tempo ma non fargliela mai annusare per poi tirarti indietro. Lo "scalda-cazzismo" viene sempre punito e alla fine si rischia un due di picche per sfinimento.

- La ceretta è costosa e dolorosa, sarebbe bene che non andasse a vuoto (chi ha orecchie per intendere intenda...)

- Impara a memoria tutte le canzoni di Rino Gaetano.

- Se esci con la gonna, tieni sempre un paio di collant di ricambio in borsa.

- Essere una signora non è una questione di portafogli. Lo stile e l'eleganza fanno di una donna una signora. Sii signora dentro, ti aiuterà in molte situazioni.

- I tuoi genitori ne hanno combinate di tutti i colori quindi non credere di poterci prendere per il culo. Ma se hai dei dubbi non chiedere mai a zia Manu. Vieni direttamente da noi.

Ecco, queste sono una dozzina di cose che vorrei che mia figlia imparasse ma, siccome non mi vedo nella parte di Lorelai Gilmore, ho già istruito la mia amica B perché sia lei a insegnargliene alcune.

Alla prossima puntata!

giovedì 11 ottobre 2012

HAPPY BIRTHDAY TO PATONZA!



Eh niente, oggi compie un anno. 365 giorni di emozioni, pianti (suoi e miei), sorrisi (suoi e miei), fai cara, dove si spegne?, rigurgiti, reflusso, respira?, cacca santa, bava santa, pipì santa, fai la pappa, fai la nanna, no no no no non si picchia mamma, è l'ora del tubbiesciaociao, ninna nanna del chicco di caffè, denti, la marcia di topolino ecc... Oggi eravamo tutti eccitati per questo suo primo compleanno anche se la festa con gli amici si farà sabato.
Lui che mi telefona sul lavoro e mi dice "UE UE UE UE" e io che rispondo "ma che cazz.?!" e lui "guarda l'ora" e io che vedo che è esattamente l'ora in cui è nata lei.
Poi stasera cena con i nonni, torta e candelina che per puro culo si spegne mentre lei sembra stia soffiando e noi tutti lì a battere le mani, lei che ci guarda e non capisce un cazzo. Alla fine oggi è stato più il nostro giorno, mio e di lui intendo. Perché anche se non ce lo siamo detti, abbiamo rivissuto nella nostra mente quelle 15 ore di travaglio, il mio istinto omicida, il mio folle amore per l'anestesista e quel magico momento in cui abbiamo finalmente sentito UE UE UE. Ho ancora l'immagine di lei sulla mia pancia: trema e mi guarda piangendo. Io tremo e ho persino paura a toccarla. Ho ancora il fermo immagine del suo viso: la sua bocca che è uguale alla mia e le sue ciglia lunghissime. Tutto molto romantico. Non sapevo ancora che avrei aperto il blog mamma che stronza!
Buon compleanno Patonza, la mamma ti ama.

mercoledì 10 ottobre 2012

HAPPY BIRTHDAY TO ME

Ieri ho festeggiato il mio compleanno. Il primo da mamma. Ma siccome la Patonza compie un anno due giorni dopo di me, sono stata talmente concentrata su di lei che veramente il mio compleanno quest'anno è passato in secondo piano. Che fa strano perché io, che sono una prima donna, ho sempre molte aspettative per il 9 di ottobre. Fin da bambina ho sempre avuto pretese, come se il giorno della mia nascita dovesse essere celebrato in tutto il mondo o mi fosse concessa qualsiasi cosa. Eh ve l'ho detto che son prima donna. Comunque quest'anno per me era LEI, il ricordare l'anno scorso, le ultime ore del mio pancione e l'organizzare una degna festa per il primo compleanno di mia figlia. E poi invece la giornata è trascorsa accompagnata da tanti messaggi, telefonate, regali e dimostrazioni d'affetto che mi hanno fatto pensare che in fin dei conti non sono poi così stronza, dai. Ci sono stati super regali e un biglietto d'auguri che conteneva delle parole dolcissime di mia mamma che mi scriveva a nome di Patonza. Al fondo anche uno scarabocchio fatto da lei che, quando non cerca di mangiarsi la matita, prova già a scrivere. Il regalo più bello sono state le sue prime parole, farfugliate ma con consapevolezza. Cioè da qualche settimana dice mamma e papà ma non credo che intenda noi due. O almeno, ogni tanto dice papà guardando lui, ma mi sembra che la parola mamma la usi più come imprecazione. Ieri invece ha parlato indicando con il ditino. La prima parola  è stata il nome del cane, accompagnato da bau bau bau. Più chiara di così... Ma vabbè, in fondo il cane è il nostro primo gènito e quindi è suo fratello maggiore. Non potevo festeggiare meglio e tra poche ore sarà il suo suo giorno che però è anche un po' il nostro... il giorno in cui ci siamo guardate negli occhi per la prima volta. Sono già, o ancora, emozionata.



Vederlo scritto mi fa ancora un po' effetto....








Adoro Stella McCartney



Questo è stato un regalo decisamente pilotato ;-)





giovedì 4 ottobre 2012

INCINTA 3+


Il 23 febbraio 2011 sono andata in bagno circa 100 volte. Voi direte uh che bel post interessante... Ma non voglio parlarvi di incontinenza. La verità è che ci andavo in cerca di qualcosa che avrebbe dovuto esserci e invece non c'era, anzi non arrivava. Non che la cosa mi preoccupasse più di tanto perché non potevo sospettare una gravidanza visti gli esiti nefasti degli esami clinici a cui ci eravamo sottoposti io e lui prima della separazione. Però ci pensavo a dire il vero e, da buona ipocondriaca, già immaginavo di avere chissà che male incurabile. Poi il dialogo con amica Y:
Y: Se fossi in te farei il test
Io: ma va figurati è impossibile
Y: vabbè se ne sei così sicura. Io se fossi in te lo farei.
Io: ….
Però amica Y non è proprio molto attendibile perché lei fa 5 test per volta dopo mezz'ora di ritardo.
Uscita dal lavoro, veramente poco convinta, sono andata in farmacia.
-Un test di gravidanza
-Ecco. Sono 15 euro.
Li mortacci! 15 euro per una cosa su cui dovevo fare pipì. Poi tanto sarebbe stato negativo. Sono arrivata a casa ancora maledicendo il farmacista che mi aveva venduto quello che ai miei occhi pareva essere il test di gravidanza più caro nella storia. Ho posato il pacchettino sulla mensola del bagno, prima volevo fare una doccia e rilassarmi. Tanto che fretta c'era? Mi sono spogliata e allo specchio ho notato qualcosa di diverso. Una linea scura attraversava la mia pancia dal pube all'ombelico. Subito il mio pensiero è andato a quella volta in cui a 16 anni avevo creduto di essere incinta e mia nonna mi aveva rassicurata dicendo “Non sei incinta, non hai la riga”. Scoprii in seguito che la “riga” era in realtà la linea nigra che di solito (ma non a tutte) compare durante la gravidanza. Comunque mia nonna era meglio di un test di gravidanza e quella volta infatti ci aveva preso, non ero incinta. Mi sono guardata di nuovo allo specchio, incredula. La riga. Cazzo. Sotto la doccia ho fregato quella linea credendo che fosse la piega dei jeans e invece no. Ho fatto il test pensando “devono passare 3 min...” neanche il tempo di formulare il pensiero che è apparsa la scritta INCINTA 3+. Ma tipo neon proprio. Sudorazione, palpitazioni, farfalle nello stomaco, oddio ce l'ho fatta, brividi, eh tra 9 mesi lo devo anche far uscire, come cazzo faccio a dirlo al lavoro, oddio siamo ancora separati, speriamo sia maschio, faccio altri 14 test così sono sicura. Un susseguirsi di emozioni che potrei star qua a cercare di descrivere ma non ci riuscirei mai. Forse solo con una parola: felicità. Idem quando l'ho detto a lui che però ha avuto un color verdognolo in faccia per circa 3 giorni. Comunque siccome sono una che non si sa mai... ho fatto delle foto al test digitale (che la scritta sparisce dopo 24 ore e io volevo continuare a guardarla) e altri due test di quelli classici. Ma tanto sapevo già... avevo la riga!
Che poi sta cosa della riga è stata un incubo nei mesi successivi per amiche e conoscenti perché, siccome con me aveva funzionato, mi sono trasformata in una sorta di test di gravidanza vivente o ginecologa di sticazzi che andava in giro ad analizzare pance. "Tu hai la riga, sei incinta." "Tu no, riprova sarai più fortunata." Scherzando e ridendo però ne ho azzeccate altre tre (tipo che mia cugina mi diceva "nonono guarda che sono peli!" e io: "no, ti dico che sei incinta!" e così era effettivamente)... e pensate un po'... una di quelle che ho beccato era proprio amica Y che i suoi 5 test davano sempre esito negativo ma io continuavo a vedere la riga. E infatti i nostri pargoli sono nati a soli 3 mesi di distanza.

Ciao ciao Patonza, ecco la storia di come una volta ti chiamavi “Incinta 3+”  

domenica 30 settembre 2012

ABOUT A GIRL


Oggi pensavo a quanto questo blog sappia ancora così poco di me. Pensavo che se l'avessi scritto due anni fa avrebbe avuto due o tre post al giorno per tutte le cose che avevo da dire e raccontare e per quanto tempo avevo da dedicare a qualsiasi cosa. Avrei potuto raccontare di come me ne sono andata di casa lasciando mio marito e il mio cane e di come mi sia catapultata in una seconda adolescenza fatta di feste, alcol, amiche e storie. Di come una di queste storie mi abbia fatto male a tal punto da far finta che non sia esistita. Di come all'inizio mi sembrava di aver conquistato la libertà e di quanto poco tempo ci abbia messo l'euforia a lasciare il posto alla solitudine. Di come ho capito che da sola però ce la facevo, che sono forte e mi tiro sempre su e che adesso sono così perché l'ho imparato. Di come io e mio marito ci siamo detti basta ridendo come due matti davanti a un giudice che credeva lo prendessimo per il culo, perché forse riusciva a vedere che c'era ancora tanto amore che noi non vedevamo più. Di come ho sofferto quando lui è andato a vivere con un'altra anche se l'avevo lasciato io. Di quando non siamo riusciti a fare un figlio durante il matrimonio e di quando invece sono rimasta incinta di lui mentre eravamo separati. Di come questo amore ad un certo punto ci è sfuggito dalle mani e abbiamo capito che eravamo uno la pelle dell'altra e non abbiamo più potuto negarlo. Di quando finalmente abbiamo iniziato ad essere felici.
Avrei potuto raccontare tutte queste cose e mille altre, potrei ancora raccontarle. Ma ora devo andare che hanno messo in streaming la nuova puntata di Grey's anatomy.

giovedì 27 settembre 2012

STRATEGIE DI NANNA


Tra le regole che ci eravamo prefissi di seguire dopo la nascita di Patonza c'era quella di farla dormire da sola il più presto possibile. Ci eravamo documentati, avevamo comprato libri e visto decine di puntate di SOS Tata: se li abitui da subito è una cosa normalissima. Sì, lallero. I primi due mesi non calcoliamoli perché, a causa delle coliche e del reflusso, Patonza non ha mai dormito. Dal terzo mese sono riuscita a toglierle la poppata notturna e magicamente sembrava stare meglio, tanto che si sparava 7 ore filate di sonno nel lettino accanto al nostro. Il problema non era farla dormire nel suo letto, ma farla addormentare. Ormai aveva preso l'abitudine di addormentarsi in braccio e non c'era verso di metterla giù prima. E non solo, per farla cedere eravamo costretti a lunghe corse nel corridoio e a vari esercizi. Avete presente il dressage dei cavalli? Ecco, quello era più o meno lo spettacolo che si proponeva ogni sera a casa nostra. Bimba in braccio, una gamba su, una giù ritmicamente, trotto, poi destra, sinistra e via un pezzo di corsa. A parte il fatto che sembravamo matti, il metodo sembrava funzionare e noi, esausti da tante notte insonni, accettavamo questo compromesso pur di dormire tutta la notte. Poi, compiuti gli otto mesi, la mia brillante idea: perché non la spostiamo in camera sua? Non capisce ancora e poi il letto è sempre quello. Sì lallero. Da subito è stato un incubo: si svegliava piangendo disperata fino a 25 volte per notte. Praticamente io dormivo con le ciabatte nei piedi perché tra un'alzata e l'altra passava pochissimo. Siamo andati avanti così un mese poi siamo andati in vacanza. In albergo avevamo il letto da campeggio accanto al nostro, ma la prima sera la sua febbre alta ci ha fatto commettere LO sbaglio. Mettiamola nel letto con noi così la controlliamo meglio. Eh, bravi. Passata la febbre, la tipetta tosta non voleva sentire di tornarsene nel suo lettino da campeggio, così abbiamo detto “massì a casa poi si ritorna alle buone abitudini”. Sì lallero. Tornati a casa abbiamo riportato il suo letto in camera nostra ma è stato comunque impossibile farla dormire lì. Una sera abbiamo provato a mettere una maglia che avevo indossato durante il giorno sotto la sua testa e fu il miracolo! Una dormita fino al mattino. La seconda sera la maglia non funzionava più e così abbiamo spruzzato il profumo del papà sulle lenzuola. Ci è cascata. Sì, per circa due ore. Esausta dai suoi continui pianti e dalle notti insonni, ho trovato il barbatrucco! In rete ho letto che alcune mamme avevano tolto la spondina del letto e l'avevano attaccato al lettone in modo che al bambino sembrasse di dormire con i genitori pur essendo invece nel suo letto. Cosa vi devo dire... Non sarà un metodo riconosciuto dai pedagogisti, ma Patonza ha ricominciato a dormire tutta la notte e noi abbiamo riconquistato il nostro lettone. Certo non ho risolto il problema, perché è ancora in camera nostra e la cosa mi pesa non poco. Anche perché la signorina appena sente che ci allontaniamo in un'altra stanza si sveglia automaticamente. La cosa ovviamente si ripete anche per il pisolino pomeridiano... mi costringe a rimanere nel raggio di pochi metri da lei per almeno due ore. Quindi niente pulizia, ceretta, doccia, film o relax mentre lei dorme. E io, che ho mantenuto quel poco di egoismo che mi fa ancora essere donna oltre che madre, avrei voglia di riprendere i miei spazi, ma conoscendo mia figlia penso che mi permetterà di rimettere la sponda al lettino verso i 18 anni e di spostarla in camera sua tra i 20 e 25.
A dicembre traslocheremo in una casa più grande e spero che il cambiamento di ambiente renda più naturale lo spostamento della pupa nella sua stanza. Nel frattempo se avete consigli, proposte, formule magiche o un biglietto aereo per destinazione ignota da regalarmi, siete le benvenute!

venerdì 21 settembre 2012

ZIA VERA


Oggi parliamo di zia Vera, che chiameremo così perché tra tante zie “elette” è l'unica ad esserlo davvero in quanto compagna di mio cognato. Zia Vera ha un carattere un po' scontroso che a volte ti fa pensare che tutto il mondo le stia sul culo, ma è un'ottima cuoca e una manica dell'ordine e della pulizia. Tanto che un giorno che ero all'ottavo mese di gravidanza ho percorso 6 km per far pipì perché lei aveva appena lavato il pavimento e, su consiglio di mia suocera, ho dedotto che fosse meglio non chiederle se mi faceva salire in casa. Zia Vera è incinta e partorirà tra pochi giorni, cosa che rende ancora più difficile relazionarsi con lei. Non fraintendiamo, io e Patonza voglio molto bene a zia Vera, ma ecco diciamo che ultimamente la guardiamo negli occhi e capiamo se è il caso o no di iniziare un discorso. Io, che sono ancora mamma fresca, capisco bene il suo stato d'animo però un po' patisco che con la scusa che lei è più aggressiva di me, le persone in famiglia adottino con lei ogni genere di cautela mentre a me sparino in faccia le cose con meno delicatezza. Ovviamente stiamo parlando della famiglia di mio marito... E premetto che sono sempre andata d'accordo con tutti fino a... fino a quando sono diventata mamma. Ora i consigli non richiesti o certi appunti mi danno fastidio perché mi fanno sentire sempre sotto esame. In questi giorni la gravidanza di zia Vera sta mettendo in discussione anche il rapporto con mia suocera che vedo più ben disposta nei suoi confronti che nei miei, tanto che quando usciamo tutte e tre insieme io mi sento un po' a disagio. Sto facendo i capricci? Forse, o forse sono solo un po' più acida del solito. Ma poi mi passa eh! Che io a mia suocera che mi prepara la minestra e a mia cognata che mi vizia la pupa mica ci rinuncio!

mercoledì 19 settembre 2012

STRONZA... A CHI?!


Presentiamoci meglio che poi uno passa di qua e dice “Io sto blog non lo leggo che chi lo scrive è una stronza”. Mammachestronza è un pensiero che formulo nella mia testa molto spesso osservando mia figlia da quando è nata, 11 mesi e bla bla bla fa. Patonza è una bambina che per i primi due mesi di vita ha pianto 24 ore su 24 nell'ordine per:
-coliche
-reflusso
-coliche + reflusso
E porella, d'altronde non ne poteva proprio niente lei. Quando le coliche sono passate e il reflusso si è attenuato, la nostra Patonza ha cominciato a piangere nell'ordine per:
-dormire
-giocare
-mangiare
-stare in braccio
-cambio del pannolino e altri 10000 motivi.
Lì ho cominciato a capire che ci metteva del suo. Dicono che a pochi mesi non abbiano la malizia di fare dispetti o capricci, ma a me viene da dire “sì lallero”. La Patonza ha una bella personalità, sa cosa vuole e porta i suoi 11 mesi e rotti con un'angelica furbizia che le permette di guardarti con l'aria da “sono troppo piccola io, mica l'ho fatto apposta...”. E inevitabilmente mi viene da pensare “mamma che stronza!”.
Immaginatevi però cosa significhi educare una tipetta tosta così per me che sono talmente fissata con le regole e la buona educazione che le amiche mi chiamano la mamma “nazi” (chiariamo, non nel vero senso della parola eh! che avevo pure il fidanzato ebreo io....).
Forse sono solo una mamma che vede bene pregi e difetti della sua pargoletta e cerca di non nascondere i lati negativi della maternità, perché ce ne sono eccome.
La Patonza da grande potrebbe leggere ciò che scriverò su qusto blog e non ci troverà chilometri di parole dolci dedicate a lei... Penserà di me “mamma che stronza!”. E allora saremo pari.

venerdì 14 settembre 2012

LE MAMME AI TEMPI DI WHATSAPP


Le mamme d'oggi sono tecnologiche, si sa. Al primo dubbio, malessere o puzzetta strana corrono su google a cercare una risposta. Io stessa mi sono trovata a digitare cose tipo: “bambino 10 mesi fa cacca acida significato” oppure “bambino urla prima di addormentarsi soluzioni” e via dicendo. Tante hanno addirittura un blog e si ritrovano su facebook a far parte di gruppi dedicati alle pance, alla gravidanza, ai neonati, alle babbucce ecc. o scattano foto ad ogni minimo movimento del loro bambino per poi pubblicarle su instagram e taggarle con i # più svariati in modo che altre mamme a loro volta commentino, apprezzino o votino quelle che partecipano ai concorsi. E poi c'è whatsapp, più intima, che permette di inviare messaggi, video e foto gratuitamente. E allora amiche mamme che si consultano per ogni acquisto o scelta. “Nel brodo ci metto pure la patata? Ma non stringe?” Aspetta che su whatsapp c'è mia cugina che ha svezzato la bambina un mese fa e le chiedo. Oppure “Se vai da Toy's mi dici il prezzo del seggiolone X modello Y con tutti i dettagli ecc?” “Stai tranquilla che quando sono lì fotografo direttamente il cartellino così hai anche le misure, il peso, la portata, il materiale, dire, fare baciare, lettera e testamento e te lo mando su whatsapp”. Un'applicazione utilissima che però ha un grosso neo (che invece diventa una grossa risorsa in caso stalking nei confronti di ex fidanzati o amanti): su whatsapp si vede se una persona è online o l'ora in cui si è connessa l'ultima volta. Quindi, care mamme perfettine, con i vostri bimbi perfetti che dormono 14 ore a notte sin dal primo giorno di vita, non venite a raccontarci che stanotte avete dormito profondamente senza svegliarvi una volta fino alle 10 di mattina. Noi abbiamo visto che vi siete connesse alle 6 e prima ancora alle 4...

NdR Da qualche parte nelle impostazioni di whatsapp è possibile disattivare la visualizzazione delle connessioni. Accidenti!

(Sono una mamma google dipendente, che ha un profilo facebook, un account su instagram e chiede consigli alle amiche su whasapp. Mi mancava un blog, eccolo).